Che cosa si intende per “cibo locale”

Oggi l’espressione di cibo locale si è estesa, ma sappiamo tutti che un tempo esisteva soltanto il cibo locale. Con l’industrializzazione e la grande distribuzione il mercato alimentare è cambiato e adesso possiamo trovare sulla nostra tavola cibi esotici e prodotti extrastagionali.

Se qualcuno ti chiedesse: “sai cos’è veramente il cibo locale?”, che cosa risponderesti? Sai dare una definizione corretta di quest’espressione?

Il cibo locale: che cos’è e come riconoscerlo

Ci sono 2 modi per stabilire se un prodotto alimentare è a livello locale o meno:

  • Cibo a chilometri 0: diamo questa definizione, che è ormai alla portata di tutti. Se un prodotto agroalimentare o un prodotto a base di carne deve viaggiare da una regione all’altra o perfino da uno stato all’altro, non possiamo più definirlo locale. Possiamo parlare di prodotti agricoli regionali o nazionali. Di norma, comunque, per cibo locale si intende un prodotto coltivato entro un territorio circoscritto.
  • Dal produttore al consumatore: altra espressione comune. La vendita diretta. Acquistare i prodotti agricoli o alimentari in genere (carne, uova, formaggi e latticini) direttamente dalla fattoria, nel loro luogo di produzione.

Cibo prodotto all’estero ma confezionato in Italia: è sempre locale?

Assolutamente no. Nell’etichetta di un olio si leggeva “Olive provenienti dall’Unione Europea e non”, ma l’olio era stato prodotto in Italia, in un frantoio italiano, e qui imbottigliato. È olio locale?

Carne proveniente da allevamenti esteri, ma macinata e inscatolata in Italia: è sempre un prodotto locale?

La parola “locale” non può essere fraintesa. Ha un solo significato: il cibo locale è un cibo prodotto vicino alla nostra residenza. Nei dintorni. Al massimo possiamo estendere il suo significato alla nostra nazione, se lo rapportiamo al cibo estero.

Cibo locale: è soltanto una questione di percezione?

Pensi che sia davvero migliore il cibo locale o lo percepisci come più nutriente e sano perché non proviene dall’industria conserviera o da altri paesi, che hanno norme igieniche e di sicurezza diverse dalle nostre?

Come gestisco un servizio di catering per il tuo evento

Devi organizzare un evento e hai bisogno di uno chef e di un buon servizio di catering? Allora ti starai certamente domandando quanto ti possa costare e come si svolgerà l’organizzazione per il tuo evento.

Voglio parlarti di come lavoro io come chef, delle informazioni che ti chiederò per far sì che assieme al mio staff possiamo garantirti un servizio di catering soddisfacente.

Qual è il tuo budget?

Forse non tutti ci pensano subito, ma devi stabilire anche un budget massimo di spesa. Un servizio di catering può essere organizzato anche in base al tuo budget. In quel caso ti presenteremo delle proposte di menu che rientrino nella spesa massima che hai deciso.

Per stabilire un tetto di spesa devi anche considerare l’orario in cui si svolgerà l’evento: sarà un pranzo o una cena? Prevede anche antipasti e dessert?

Un altro fattore decisivo per il costo del servizio è la durata dell’evento: il ricevimento matrimoniale in genere dura dalle 4 alle 5 ore. Se si tratta invece di un pranzo per un evento aziendale, il menu sarà più limitato.

In genere, comunque, devi calcolare un 35% in più di quanto l’evento ti costerebbe al ristorante. Un servizio di catering costa più di un servizio al ristorante perché in realtà è come un ristorante che si sposta trasferendosi nella location del tuo evento.

Quanti partecipanti prevedi all’evento?

Questo è un punto importante da considerare: sai quante persone interverranno all’evento? Per il catering il numero dei partecipanti è fondamentale, perché da quel numero dipende l’intera gestione del servizio di catering:

  • Personale di sala
  • Aiuti per lo chef
  • Bevande e alimenti da acquistare
  • Preparazione del menu
  • Allestimento (noleggio di stoviglie e posate, tovaglioli, tavoli e sedie, eventuali decorazioni, ecc.)

Ci saranno partecipanti con speciali esigenze alimentari?

Informati sulle diete abituali dei tuo partecipanti. Non parlo di semplici gusti alimentari, il menu sarà vario, quindi accontenterà tutti. Ma parlo di diete particolari:

  • Intolleranze alimentari (al lattosio, alle noci, alle uova, ecc.)
  • Diete per celiaci
  • Diete vegetariane o vegane

In generale questi sono i punti che devi tenere a mente se vuoi organizzare un qualsiasi evento. Sono le informazioni che chiedo ai miei clienti prima di presentare un preventivo e mettermi al lavoro.

6 modi errati per mangiare il sushi

Se ami la cucina giapponese e soprattutto il sushi, devi allora saperlo preparare. Ci sono diverse ricette per cucinare il sushi e gustarlo secondo la filosofia orientale. E allo stesso tempo esistono purtroppo modi sbagliati per prepararlo.

Oggi ti voglio parlare di come non si cucina il sushi, degli errori che molti commettono quando decidono di mangiare questo piatto giapponese.

1) Non mescolare il wasabi nella salsa di soia

Secondo alcuni chef non bisogna proprio usare il wasabi sul sushi, perché il pesce dovrebbe essere già stagionato.

Tuttavia, come ho scritto tempo fa, il wasabi – pianta originaria del Giappone – si grattugia e si usa come condimento naturale nel Nigirizushi, una delle ricette per cucinare il sushi.

Perché non usare il wasabi con la salsa di soia? Perché il wasabi è già una salsa e l’unica cosa che otterrai è uno scontro di sapori.

2) Non mangiare il sushi con le bacchette

Mangia il sushi con le dita. Tradizionalmente il sushi si mangia con le mani, infatti le varie porzioni sono preparate per poter essere ingerite con un boccone.

Nei buoni ristoranti ti forniranno un oshibori, cioè un asciugamano caldo per pulirti le mani prima di mangiare.

3) Non spezzare le porzioni di sushi

Vale il discorso del punto precedente: il sushi è già pronto per esser mangiato, non hai bisogno di posate, né di un coltello per preparare i bocconi. Se pensi che le porzioni siano grandi, chiedi allo chef di farti porzioni più piccole.

4) Non mangiare il nigirisuhi al contrario

Prendi una porzione di sushi e capovolgila, altrimenti l’aceto del riso mescolerà il sapore del pesce.

5) Non mangiare il sushi senza seguire l’ordine giusto

Sì, devi seguire un ordine particolare per mangiare il sushi, così da assaporare meglio il piatto.

Inizia con un pesce dal sapore più delicato, poi passa a pezzi più grassi, come il salmone e il tonno, quindi prosegui col nigiri. In breve, non devi mai iniziare con il pesce dal sapore più intenso.

6) Non bere vino né altri alcolici con il sushi

Noi italiani siamo abituati ad abbinare il vino bianco al pesce. C’è anche chi preferisce una birra chiara o altre bevande.

Ma se vuoi gustare veramente bene questo piatto giapponese, allora devi immedesimarti completamente nella loro tradizione.

Bevi il sakè con il sushi!

E adesso confessa: quali di questi errori hai commesso quando hai preparato il sushi?